VICO EQUENSE. E’ polemica sull’ascensore che collega centro e costa
Tre consiglieri: deturpa l’ambiente Vico Equense - Collegherà villetta Paradiso e marina di Aequa. Si tratta di un ascensore (nella foto) che permetterà ai cittadini di Vico Equense di raggiungere le spiagge lasciando a casa l’auto. Un’opera, dunque, di indubbia rilevanza, sulle cui modalità di realizzazione vi sono pareri contrastanti. Secondo i neoconsiglieri di “In movimento per Vico” Aldo Starace, Natale Maresca e Claudia Scaramellino si tratta di un progetto che deturpa l’ambiente e va modificato. I tre in un manifesto invitano i cittadini a sottoscrivere il loro appello. «L’intervento, i cui lavori erano stati affidati già nel 2008 all’impresa aggiudicataria della gara – si legge nel manifesto - affidamento poi annullato, prevede l’ingresso dell’impianto sul lato confinante l’ex Pensione Montemare, con irrimediabile compromissione dell’amenità e della bellezza della villetta. Pertanto è stato chiesto al responsabile dell’ufficio del procedimento di non stipulare il contratto di appalto dei lavori prima di aver approntato una variante del progetto che preveda un ingresso diverso, totalmente interrato e che non coinvolga in alcun modo il piano della villetta Paradiso, così come chiesto dalla Sovrintendenza e dal buon senso. La nostra idea è che l’ascensore sia utile e che vada realizzato, ma in modo diverso, e cioè interamente interrato, così da non deturpare quell’angolo di paradiso, costi quel che costi. Ascensore sì, ma la villetta Paradiso non si tocca!». Intanto l’Amministrazione comunale in una nota ufficiale fa sapere che la realizzazione dell’opera infrastrutturale è stata sottoposta e autorizzata dal Ministero per i beni e le attività culturali e dalla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per Napoli e provincia. «Si sono rispettati quelli che sono i criteri riportati nel decreto legislativo numero 42 del 22 gennaio 2004 – si legge nel testo - inerente al Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge numero 137 del 6 luglio 2002, attenendosi alla compatibilità rispetto ai valori paesaggistici riconosciuti dal vincolo, alla congruità con i criteri di gestione dell’immobile o dell’area, alla coerenza con gli obiettivi di qualità paesaggistica. Per l’area interessata, dal punto di vista architettonico, sono state individuate soluzioni tese al minimo impatto ambientale». Ma il progetto non mette d’accordo tutti e la questione resta ancora aperta.
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