Prigionieri di un palazzo per colpa di un ascensore fuori uso. Al civico 8 delle case popolari di via Cechov, nel quartiere Diamante, i residenti sono disperati. Da settimane chi è in buona salute sale le scale a piedi, su e giù per dieci piani. Chi ha qualche difficoltà non può far altro che starsene chiuso dentro casa. Una donna incinta, al settimo mese di gravidanza, è costretta addirittura a vivere per la maggior parte della giornata fuori casa, ospite da amici che abitano in altri palazzi della zona. Un pensionato di 80 anni, con il fisico debilitato da una silicosi, ha perso i sensi ben quattro volte per poter raggiungere il suo appartamento al settimo piano. Ma i residenti del civico 8 di via Cechov non sono gli unici a vivere questi disagi. Ascensori fuori uso vengono segnalati dai cittadini anche in via Brocchi - ai civici 16 e 46 - e in altri quartieri, per esempio al Cep, in via Novella. In particolare, l’elevatore esterno che porta ai civici 3-25 e 35-59 è stato messo in funzione venerdì scorso dopo un mese di blocco. Per dare una dimensione alla disperazione dei residenti basta riportare qualche cifra relativa alla scala 8 di via Cechov: da una parte ci sono 22 famiglie, dall’altra più di 250 scalini e dieci piani da fare a piedi perchè l’ascensore continua a bloccarsi dal 2 giugno scorso. Gli inquilini hanno comunicato per tempo il problema ad Arte. L’azienda regionale territoriale per l’edilizia ha sollecitato l’intervento della ditta che ha la concessione per l’attività di manutenzione degli impianti elevatori. Ma il problema, nonostante tre interventi dei tecnici, non è stato risolto. Anzi, il 23 giugno si è verificato il blocco totale. «Occorre sostituire un pezzo che non è più in commercio - dice l’ingegnere Luigi Iannone, responsabile Ufficio Impianti di Arte -. Va ricostruito. Il materiale arriverà il 24 luglio. Poi, in due giorni al massimo, l’ascensore sarà di nuovo in funzione». I residenti, dunque, non possono far altro che aspettare. Ma a quali condizioni? Per raggiungere il suo appartamento al settimo piano, il signore Angelo - una vita passata a lavorare all’Italsider - deve lottare ogni giorno contro il suo stesso fisico, contro la sua cardiopatia. Respirando lentamente, per quanto è possibile, perchè i suoi polmoni sono debilitati dalla silicosi. 180 scalini - dalla strada alla porta d’ingresso della sua abitazione - da contare uno per uno. Nessuna finestra per poter prendere una boccata d’aria. Per quattro volte nell’ultimo periodo il pensionato si è accasciato a terra, stremato. Ma non è l’unica persona in difficoltà. Sonia, 28 anni, è al settimo mese di gravidanza. Abita anche lei al settimo piano ed è costretta a passare la maggior parte della giornata fuori casa. L’altra notte si è sentita male e per qualche minuto ha avuto paura di dover ricorrere alle cure mediche. Non sarebbe stato certo un intervento facile. Il personale del 118 avrebbe dovuto fare i conti con lo spazio ristretto delle scale. Angoli che possono fermare una barella mettendo in pericolo una vita. Lo sanno bene i due militi della Croce Rossa Rivarolese che mercoledì scorso hanno dovuto trasportare a braccio una donna disabile nel suo appartamento al secondo piano.