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La voglia di lusso prende l’ascensore
MILANO. L’ultimo modello in circolazione si chiama DomusLift, lo ha costruito la Igv con il contributo di Giugiaro e Bisazza. Il meglio del design italiano, insomma. Visti i precedenti illustri, verrebbe da pensare a un’automobile, un oggetto di lusso, un appartamento incastonato di mosaici. È un ascensore, invece. Uno dei 750 mila che affollano il Belpaese, patria di santi, poeti, navigatori e, a questo punto, pure di ascensori. Nessuno può vantare tale spiegamento di forze. Nessuno ha così tanti ascensori, nemmeno gli Stati Uniti che, in quanto a superficie e popolazione, ci sovrastano e non poco. Invece, le ambizioni di riscossa italica sembrano passare anche da qui. Non solo superiamo tutti, ma chi ne ha bisogno bussa alle porte dell’Italia: metà della produzione europea porta la firma delle aziende di casa nostra. E non si provi a parlare di «scatoloni», banali parallelepipedi in acciaio. Tanto meno di semplici mezzi di trasporto.

Su misura
Già, perché oggi un ascensore è come un’automobile. Si sceglie su misura: materiali, finiture, colori. Interno o esterno, chiuso o in vetro: fino a qualche anno fa era solo questione di spazi, oggi decide l’estetica. Altro che modelli standard, si produce sulle base di singole esigenze. Chiedi e ti sarà dato: gli sfizi, a quanto pare, oggi si soddisfano anche così. DomusLift è l’ultimo ritrovato, tecnica e stile. Più che un ascensore assomiglia alla cabina di una nave da crociera. Perfino esagerato: illuminazione al neon in vari colori, pulsantiera digitale con comandi a schermo «touch screen», programmabile con file mp3. Entrerà in commercio in 24 modelli. Eccezioni, si dirà, la norma sono gli ascensori tipici dei palazzi antichi, più montacarichi che «elevator». Quelli che scricchiolano e fanno sudare freddo, tanto per intendersi. Quello è il passato, e non è detto che un giorno non lo si rimpiangerà. Il futuro è altrove, in mezzi belli come automobili. Resta un dubbio: perché così tanti ascensori in Italia? A un primo sguardo sembrerebbe la naturale conseguenza di una ben assodata pigrizia. I soliti italiani che fanno poco sport, si muovono di malavoglia e adorano le comodità. Il palazzo ha tre piani? Guai a fare le scale, meglio prendere l’ascensore. Gli esperti, però, rivelano un mondo più complesso. Dal 1989, una legge obbliga tutti gli edifici in costruzione con più di tre piani a dotarsi di un ascensore. È la stessa norma che disciplina le barriere architettoniche.

Il condominio
C’è di più, e lo spiega Giovanni Varsico, consulente della Koinè, una delle tre multinazionali italiane che producono ascensori, e membro della commissione normativa italiana ed europea: «Il fatto è che agli italiani piacciono i condomini. Se le periferie di molte metropoli straniere sono zeppe di villette e case a due piani, da noi domina il palazzone». E l’ascensore, di conseguenza. Che sarà comodo - «il più sicuro mezzo di trasporto al mondo», come garantiscono con orgoglio le aziende del settore – ma per gli inquilini a volte è fonte di disperazioni a non finire. C’è la manutenzione dell’impianto che costa sempre più del preventivo. C’è l’ascensore che fa le bizze, si ferma a metà tra un piano e l’altro. Nei palazzi d’epoca ci si scontra con problemi di spazio e di armonia estetica. E ogni volta che si parla di sostituire il vecchio ascensore scatta la rivolta dei condomini. Dice Carlo Parodi, rappresentante dell’Associazione degli amministratori di condominio: «Da anni stiamo aspettando l’entrata in vigore un decreto che stabilisca quando e come cambiare gli ascensori. In Francia esiste una norma e funziona a meraviglia. È una sorta di rottamazione, con tanto di incentivi, perché i nuovi modelli sono più affidabili e consumano meno energia». Già, proprio come le automobili. Sarà l’edizione dei record. Si apre oggi a Milano «Lift», la mostra internazionale del trasporto verticale. È la settima edizione di questa fiera, rivolta agli addetti al settore. Fino sabato ascensori, sistemi componenti e accessori faranno mostra di sé, esibiti nei padiglioni della Fiera di Milano. Presenti 196 espositori (di cui 44 stranieri) su un’area di 6500 metri quadrati, numeri che rappresentano il massimo storico della manifestazione. Metteranno in mostra gli ultimi ritrovati della tecnologia, i modelli più recenti, le soluzioni innovative. Non solo, perché, oltre alle ditte costruttrici e alle associazioni di categoria, sarà l’intero mondo che si muove in verticale a confrontarsi, compresi gli amministratori di condominio. Chi, insomma, le ascensori le fa installare, deve vigilare sulla manutenzione ed è responsabile penalmente in caso di danni: si parlerà quindi anche di sicurezza.

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Fonte: La Stampa - art. di Andrea Rossi
News inserita il 24/11/2006 17:20:57 | News letta 4352 volte
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